Che cos’è il trading sugli indici?

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In inglese si chiama Indices Trading (letteralmente “indici trading“, ma più propriamente “trading sugli indici“) e può essere definito a grandi linee come l’attività di acquisto e vendita di strumenti finanziari con l’obiettivo di trarre profitto dai movimenti dei prezzi degli indici. Per chiarezza spieghiamo che un indice è un indicatore finanziario che misura la media ponderata dei prezzi di un paniere di asset finanziari. Il trading sugli indici è dunque una modalità di trading che consente di operare sui mercati finanziari evitando di analizzare le prestazioni di un singolo titolo di un’azienda.

Su quali tipologie di indici si può fare trading?

Ogni categoria di asset può avere un suo indice, ma i più frequentemente scelti dagli investitori sono gli indici azionari. Ad esempio, l’indice NASDAQ 100 rappresenta il valore delle cento società non-finanziarie (statunitensi e non) a maggiore capitalizzazione che sono quotate sul mercato NASDAQ della borsa americana. L’indice S&P 500 è invece basato sul prezzi delle azioni di 500 aziende esclusivamente statunitensi quotate presso il New York Stock Exchange (NYSE). Altri indici importanti sono il DJIA (anch’esso americano), il FTSE 1000 britannico e il DJ EURO STOXX 50 europeo.
Secondi per ordine di importanza sono gli indici sulle materie prime (energia, prodotti agricoli e metalli preziosi) che misurano la performance delle commodities: vengono infatti chiamati commodity indices.

Quali sono gli strumenti più comuni per il trading sugli indici?


Tra i più diffusi possiamo annoverare strumenti come i CFD (contratti per differenza), e poi i future sugli indici, le opzioni binarie e gli ETF. Per chi opera online il trading con i CFD presenta vari vantaggi, primo tra tutti la possibilità di comprare o vendere strumenti finanziari senza possedere l’asset sottostante. Supponiamo che un investitore effetti un ordine di acquisto sul CAC-40: se il prezzo del suddetto indice sale, alla vendita ne ricaverà la differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita. Se invece il prezzo cala, il trader dovrà pagare la differenza. Tuttavia, a differenza del caso in cui l’investitore ha acquistato l’asset, i costi sono molto inferiori, non vi sono restrizioni sulle vendite allo scoperto e ed è possibile sfruttare una leva fino a un rapporto 400:1.

Benefici e rischi del trading sugli indici


Tra i pro di questo metodo di trading possiamo sicuramente includere il fatto che esso consente di avere una visione completa di un settore. Da non trascurare anche la possibilità che offre di diversificare molto bene il portafoglio di investimenti. Oltre a questo il trading sugli indici è anche una soluzione assai valida per suddividere il rischio, in quanto a differenza dell’investimento su una sola azione o una sola commodity si è esposti a una gamma più ampia di strumenti.
Tra i contro del trading sugli indici bisogna ricordare che, come avviene per qualunque prodotto per cui sia prevista una leva finanziaria, sia i guadagni che le perdite possono essere ingenti: diventa quindi indispensabile disporre di un’adeguata gestione di rischio.


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