Contratti rent-to-buy: molti vantaggi e alcuni rischi

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rent to buyI contratti rent-to-buy (letteralmente “affitta per comprare”) sono nati e si sono rapidamente diffusi nei paesi anglosassoni dopo la crisi dei mutui subprime. La crisi economica li ha fatti conoscere anche in Italia, dove stanno prendendo piede come forme di acquisto alternativa. E per certi versi stanno aiutando il settore immobiliare a uscire dal baratro in cui è sprofondato negli ultimi tempi – anche a causa di banche restie a erogare mutui alle famiglie.

Con i contratti rent-to-buy ci troviamo di fronte a una locazione che nel giro di 2-3 anni può trasformarsi in una vendita. Per l’inquilino, il contratto di affitto include cioè la possibilità di una acquisto successivo: pagando mensilmente una certa cifra, arriva entro un tempo prestabilito al versamento di un importo pari al 20-30% del prezzo dovuto per l’acquisto dell’immobile. A questo punto si possono avviare le pratiche per ottenere da una banca un mutuo riguardante la parte residua da pagare. Questa condizione può essere applicata in due modi: o esprimendo questa volontà/disponibilità esistente tra le parti in un unico contratto, oppure separando i due contratti per semplificarne i contenuti.

I vantaggi per chi affitta sono:
* poter accedere più facilmente al credito bancario grazie allo storico creditizio che ci si è creati;
* approfittare di un periodo di prova per “testare” la casa prima di acquistarlo.

I vantaggi per chi vende sono:
* godere di una platea di acquirenti più vasta:
* avere potenziali acquirenti più garantiti.

Le insidie a cui stare attenti non sono poi molte e risiedono principalmente nel fatto che si tratta di una formula non ancora consolidata e che si scontra con un sistema giuridico molto diverso da quello di paesi come USA e Gran Bretagna. Perciò bisogna affidarsi a professionisti (agenti immobiliari e notai) che abbiano già esperienza nel settore: il rischio è che venga redatto un contratto in cui non è ben chiaro qual è l’aspetto preponderante (la locazione o l’acquisto?). Anche l’Agenzia delle Entrate ha spesso delle perplessità su che cosa debba essere tassato.


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