ETF – Replica fisica o sintetica?

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ETF

Gli ETF stanno diventando sempre più famosi perché sono considerati degli strumenti con una buona diversificazione e con un costo contenuto. Sono molti gli investitori che si sono avvicinati a questo mondo negli ultimi 10 anni.

Questo articolo è dedicato a chi è interessato a capirne di più perché, diciamoci la verità, è ora di smettere di parlare di investimenti solo “per sentito dire”.

Partiamo dall’inizio. 

L’acronimo di ETF corrisponde a Exchange-Traded Fund e fa riferimento ad un insieme di strumenti che vogliono replicare un indice finanziario, il cosiddetto benchmark

Con il termine replica si indica il modo in cui l’ETF copia il mercato o l’indice di riferimento ottenendo i medesimi risultati.

Esistono due sottogruppi di replica in base al meccanismo di copia dell’ETF: 

  • a replica fisica, in questo caso si vogliono ottenere fisicamente i titoli che compongono l’indice;
  • a replica sintetica, questi sfruttano contratti e accordi per garantirsi un ritorno economico uguale alla performance dell’indice che desiderano copiare.

Queste espressioni possono sembrare ancora un po’ astratte, nel corso della lettura chiariremo ogni dubbio in merito.  

ETF: Caratteristiche e vantaggi della replica fisica

Nel caso di ETF a replica fisica viene individuato un indice di riferimento e vengono acquistati i titoli che lo compongono. Il risultato atteso è semplice, se questi indici variano (in salita o in discesa di un certo punto in percentuale), allo stesso modo anche l’ETF seguirà lo stesso andamento.

Ma attenzione, affinché questo meccanismo funzioni è importante acquistare i titoli di riferimento nella giusta quantità e con un peso proporzionale rispetto all’indice di riferimento. 

Trattandosi poi di un acquisto in proporzione, non c’è alcuna costrizione a comporre un portafoglio con costi troppo elevati. Ogni investitore potrà scegliere il livello di capitale che intende impegnare e di conseguenza procedere con la relativa percentuale di acquisto dei titoli. 

Investire in ETF: Esistono garanzie a protezione dell’investitore?

La risposta è affermativa, infatti le azioni acquistate negli ETF a replica fisica sono separate dal patrimonio del gestore dell’ETF. In questo modo, se il gestore dovesse fallire, le azioni che compongono l’ETF resterebbero di proprietà degli investitori. 

Questo è sinonimo di grande sicurezza, azzerando un rischio altrimenti importante. C’è però un ma da considerare in questa tipologia se si prendono ad esame i costi della replica fisica rispetto a quella sintetica. 

Gli ETF a replica fisica sostengono dei costi maggiori di quelli a replica sintetica. I gestori dei fondi sono infatti obbligati ad acquistare le singole azioni o obbligazioni che compongono l’ETF e a ribilanciarlo periodicamente sostenendo dei costi di transazione.

Troviamo anche un’altra distinzione quando si parla di questa tipologia di ETF, infatti possiamo trovare: 

  • una replica fisica completa (o totale), in questo caso il portafoglio contiene ogni azione inclusa nel benchmark (con i relativi pesi). In altre parole è una copia in piccolo dell’indice di riferimento, in cui è presente ogni azione che compone il benchmark originale.
  • Una replica a campionamento dove, come è suggerito dallo stesso nome, vengono acquistati dal gestore dell’ETF solo una parte di tutti i titoli che compongono l’indice.

Quali sono i migliori ETF su cui investire? 

In linea generale vengono percepiti come più sicuri gli ETF a replica completa. Tuttavia, le analisi per definire la replica a campione garantiscono un livello di rischio quantomeno in linea con quello fornito da un ETF a replica totale.

Ormai sono molti gli investitori fai da te, ma quando non si hanno le conoscenze necessarie per comporre un portafoglio adeguato lo schianto è inevitabile. 

Attraverso un’analisi gratuita di portafoglio già disponibile sul mercato è possibile rispondere a tutti i dubbi del caso, senza costi, evitando inutili  perdite di capitali. 

Panoramica sulla replica sintetica

Entriamo nel mondo degli ETF a replica sintetica che si contrappongono a quelli appena visti.  In questo caso non sono presenti fisicamente tutti i titoli che compongono l’indice. Tramite contratti che prendono il nome di swap, il gestore del fondo stipula un accordo con istituti finanziari per farsi corrispondere le performance di un indice di riferimento.

Da una parte, il gestore dell’ETF garantisce all’istituto il versamento delle rendite originate dal paniere di titoli. Dall’altra l’istituto offre in cambio al gestore un rendimento pari alla performance di un indice a scelta.

In questi contratti è di particolare importanza la stipula di apposite garanzie. Infatti, il gestore dell’ETF fornisce degli strumenti finanziari proprio a garanzia del contratto, così da tutelare l’istituto finanziario e gli investitori da un possibile fallimento della società di gestione del fondo. 

Gli ETF a replica sintetica non hanno necessità di acquistare e ribilanciare periodicamente gli strumenti finanziari. Questo si traduce in un bel vantaggio rispetto alla replica fisica. L’assenza di costi periodici comporta minori costi sia per il gestore che per gli investitori.

ETF a replica fisica vs sintetica: dove è meglio investire?

In questo articolo abbiamo presentato le caratteristiche principali delle due tipologie. 

Per rispondere al quesito potrebbe essere necessaria un’altra domanda: quale dei due ETF è più vicino ai tuoi obiettivi di investimento?

Ogni investitore è differente, con una diversa propensione al rischio ed una propria visione delle necessità finanziarie. 

Sicuramente continuare a seguire il tema tramite gli approfondimenti sugli ETF migliori, sarà di grande aiuto in questa scelta. 

Bisogna dunque concedersi un’attenta riflessione, considerare tutti gli elementi a disposizione e valutare il tipo di ETF che più si avvicina agli obiettivi di vita di ognuno.


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