Immobili ed eredi plurimi: che cosa prescrive la legge?

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immobili ereditaI litigi sulla suddivisione dei beni ereditati da una persona defunta, soprattutto gli immobili, sono estremamente comuni e di solito coincidono con il periodo peggiore, quello del dolore per la perdita degli affetti. La soluzione migliore a questo problema è ovviamente quella di regolare la successione mediante un testamento redatto per tempo (seguire il link per saperne di più sui vari tipi di testamenti possibili).

In mancanza del testamento, si pongono vari scenari possibili:
* Il patrimonio immobiliare è costituito da una sola casa, in cui risiede il coniuge superstite: quest’ultimo ha il diritto di continuare a vivervi e di sostenere le imposte e la manutenzione ordinaria. Se si tratta di una prima casa, avrà anche diritto alle agevolazioni per le imposte ipotecarie e catastali, che al momento ammontano a 400 euro.
* Il patrimonio immobiliare è costituito da più immobili e vi sono più eredi. In questo caso si aprono due possibilità quando vi è accordo tra gli eredi:
– mettere in vendita il patrimonio e suddividere la cifra ricavata in proporzione alle quote spettanti ai singoli;
– procedere a una divisione consensuale: ad esempio, per tre figli e due immobili è possibile che due di loro divengano proprietari e il terzo riceva da loro una cifra che vada a pareggiare le quote.
Quando non si trova un accordo, invece, bisognerà percorrere la strada dello scioglimento giudiziale della comunione, ovvero un percorso giudiziario che avrà un notevole costo per avvocati e consulenze. Alla fine sarà il giudice ad attribuire le proprietà alla parti contendenti e a determinare eventuali conguagli in denaro.

Ricordiamo che il coniuge e i parenti in linea retta (coniuge, figli naturali e adottivi e genitori, nonni e nipoti) non pagano imposta di successione se la loro parte di eredità non supera il milione di euro, oltre il quale si applica un’imposta del 4%. Per fratelli e sorelle invece la franchigia dell’imposta di successione è di soli 100.000 euro, oltre la quale l’aliquota applicata è del 6%. Per tutti gli altri soggetti, parenti affini (suoceri, generi, zii, nipoti, cognati, cugini di primo grado) non esistono franchigie e l’aliquota della tassa è del 6%, che sale all’8% per coloro che non hanno alcun tipo di parentela con il defunto.


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