Mercati, lo scenario dei prossimi mesi: Covid e un “no-deal” sulla Brexit tengono gli operatori col fiato sospeso

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I mercati finanziari si preannunciano decisamente agitati nei prossimi mesi.

A creare una situazione di incertezza è, senza dubbio, l’andamento della pandemia, con il covid-19 che, purtroppo, è tornato prepotentemente a propagarsi in tutte le zone del mondo. Dopo un’ottima ripresa dai minimi di marzo, con i mercati che hanno rimbalzato mediamente tra il 25/30%, le prossime settimane si preannunciano particolarmente agitate.

Già da alcuni mesi, alcuni analisti, al di là dell’andamento della curva dei contagi, mettono in guardia su una possibile correzione. La repentina salita dei mercati, infatti, non trova alcuna correlazione con l’economia reale, che resta affossata dai dubbi di una ripresa dei contagi e si lecca ancora le ferite dal duro lockdown di questa primavera.

Mercati non correlati all’andamento dell’economia reale: ci sarà un reality check?

Secondo questi specialisti del mondo finanziario, è inevitabile che, entro la fine dell’anno, i mercati andranno incontro ad una sorta di “reality check”, prendendo atto, complici i dati industriali tutt’altro che brillanti delle principali economie mondiali, che gli attuali valori non trovano alcun supporto nella realtà.

A favorire questo possibile storno potrebbe essere l’aumento dei contagiati dal covid-19, che non esclude, purtroppo, la possibilità che si materializzino ulteriori lockdown, seppur mirati e circoscritti; un altro lockdown generale, invece, potrebbe causare un tracollo definitivo dell’economia mondiale e portare ad una recessione ancora peggiore di quella causata dal primo.

Altri esperti del mondo finanziario, tuttavia, paiono avere una visione non così negativa del futuro dei mercati. Pur essendo consci che un ulteriore significativo aumento dei listini sia, nei prossimi mesi, di difficile realizzazione, essi sostengono che la volatilità non sarà particolarmente elevata e si assisterà, come avvenuta nell’ultimo mese, a qualche piccola scossa che tende a rientrare in un arco di breve periodo.

Negli ultimi giorni, tuttavia, un altro tema è diventato quanto mai centrale nel mondo finanziario e potrebbe favorire a rendere ancora più incerto l’andamento dei mercati: la Brexit. Un tema che negli ultimi mesi era diventato, giocoforza, secondario, con la scena che era stata occupata totalmente dalla comparsa del maledetto virus. Oggi, però, si è arrivati alla resa dei conti. E indipendentemente dalla portata della seconda ondata pandemica, il tema della Brexit può influenzare notevolmente il sentiment degli investitori.

 Brexit, “no deal”: gli scenari incerti della sterlina e gli impatti che può avere sull’economia italiana

Ne sanno qualcosa, ad esempio, i tanti trader del Forex trading, che potrebbero mutare le proprie strategie qualora il mancato accordo tra Unione Europea e Gran Bretagna, noto ai più come “no deal”, diventi effettivo. Il cambio tra la sterlina e il dollaro, il più usato nel mondo del Forex, o quello tra euro e sterlina, tra i più sfruttati dai trader del nostro paese, potrebbe riservare delle oscillazioni piuttosto elevate e, al momento, di difficile interpretazione.

Nel passato, quando il no deal sembrava prevalere su un accordo tra le parti, la sterlina si è indebolita, talvolta anche misura consistente. Non è detto, però, che questa tendenza venga confermata anche in uno scenario come quello attuale, che, complice il covid, ha portato molte nazioni a superare alcuni accordi comunitari per difendere l’interesse supremo nazionale.

Se l’andamento della sterlina resta, ad oggi, di difficile interpretazione, in quanto legato anche alle politiche monetarie adottate dalla banca centrale britannica, le ripercussioni economiche che avrebbe un “no deal” sono, a detti di tutti gli analisti, piuttosto catastrofiche. E potrebbero impattare, in modo tutt’altro che lieve, anche nell’economia italiana.

La migliore testimonianza, in tal senso, viene fornita della SACE: in un report promulgato negli scorsi giorni, la società della Cassa Depositi e Prestiti afferma che l’export di prodotti italiani nel Regno Unito potrebbe accusare una pesante battuta d’arresto di oltre il 12%, creando ulteriori problemi ad una parte consistente delle aziende del nostro paese.


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