Nelle classificazioni di Borsa arrivano i mercati di frontiera: che cosa sono?

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E’ positivo il fatto che la distribuzione degli investimenti a livello globale vada ad arricchirsi di nuovi elementi. Le società internazionali che mettono a punto e gestiscono gli indici azionari su base geografica hanno sempre più da fare per monitorare al meglio le nuove e continue evoluzioni del mercato. Quando i mutamenti sono cospicui, diventa necessario creare nuove categorie di prodotti e ridiscutere il loro rapporto con le categorie di investimento già esistenti. E proprio tre mesi fa, la società Dow Jones Indexes ha presentato ufficialmente una nuova classificazione, che si giustappone ai “mercati sviluppati” e ai “mercati emergenti”: quella dei mercati di frontiera (in inglese, frontier markets).

Come dicevamo, non stiamo più parlando dei mercati emergenti (Brasile, Russia, India, Cina ma anche Cile, Corea del Sud, Egitto, Filippine, Indonesia, Malesia, Marocco, Messico, Perù, Polonia, Repubblica Ceca, Sudafrica, Taiwan, Thailandia, Turchia, Ungheria) ma di Borse che fino a pochissimo tempo fa rientravano in quelle dei mercati emergenti e ora se ne sono distaccate.

Al momento fanno parte della categoria dei frontier market i seguenti stati: Argentina e Colombia nell’America del Sud, Pakistan e Sri Lanka in Asia, Bahrein, Giordania, Kuwait, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti nel Medio Oriente, Mauritius in Africa. E, sorprendentemente, la categoria “mercati di frontiera” include anche un nutrito numero di stati europei: Bulgaria, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Romania, Slovacchia e Slovenia.

Fino a poco tempo fa Mauritius e Cina, ad esempio, erano incluse in uno stesso paniere, ma la differenza tra le piazze era talmente evidente che considerare l’economia delle piccole isole dell’oceano indiano alla stregua del colosso cinese era ormai inaccettabile. E in America Latina, da tempo vari stati scalpitavano per staccarsi dal paniere dominato dal Brasile (ne avevamo parlato qui).

Si tratta in ogni caso di economie periferiche, con possibilità di investimenti limitata, rischio elevato. Sono paesi con Borse ancora poco accessibili e regolamentate, ma che attirano già l’interesse di alcuni investitori esteri professionali e perciò sono assolutamente degni di essere contemplati nella classificazione borsistica. Per questi paesi, particolarmente fragili a livello economico e socio-politico, lo status di “mercato di frontiera” potrebbe cambiare in peggio in qualsiasi momento. E comunque è prevista una revisione annuale della classificazione da parte della società Dow Jones Indexes.


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