Perché fa paura lo yuan basso

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yuan_renmibiSu questa pagina del sito Sole24Ore di oggi Martin Wolf spiega molto chiaramente il problema enunciato nel nostro titolo. Potremmo riassumere così il suo lungo discorso:

Il tasso di cambio di una valuta influenza non soltanto il paese in cui essa circola, ma anche i suoi partner commerciali. Se poi questo paese è un gigante come  la Cina, gli effetti possono essere a dir poco preoccupanti. La Cina non accetta le pressioni dell’UE per un apprezzamento del renmibi/yuan. Protesta dicendo che i paesi esterni da un lato vogliono vedere la valuta cinese crescere di valore, dall’altro lato applicano misure protezionistiche contro la Cina e ne limitano lo sviluppo.

In realtà, finora il protezionismo ai danni della Cina si è tenuto a livelli estremamente bassi, tenendo conto della portata dell’attuale crisi economica. In secondo luogo, tenere basso il tasso di cambio in Cina è esattamente equivalente a concedere un sussidio per le esportazioni; in pratica, è anch’esso protezionismo. In terzo luogo, la Cina ha accumulato negli anni enormi riserve in valuta estera e tenuto basso il tasso di cambio come mai era successo nella storia economica mondiale. In pratica, con le sue politiche la Cina ha provocato effetti distorsivi sia sulla sua propria economia che su quella del resto del mondo e la sua integrazione nell’economia mondiale ha rappresentato il maggiore choc mai visto nel sistema economico mondiale.

Nel delicato gioco delle valute la Cina è il giocatore più importante poiché manovra un tasso di cambio che rende necessario un aggiustamento in paesi: Canada, Giappone e zona euro hanno già subìto forti rivalutazioni della loro valuta con inevitabili tragiche conseguenze per l’export.


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