Quando per le obbligazioni è preferibile la gestione attiva

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Abbiamo parlato più volte sulle nostre pagine sulla differenza tra gestione attiva e gestione passiva, argomento su cui il dibattito è da sempre molto acceso e le argomentazioni assai forti da entrambe le parti. Attualmente la quantità maggiore dei flussi d’investimento viene riversata sulle gestioni passive, sia per le azioni che per le obbligazioni – e con buone ragioni poiché negli investimenti attivi le commissioni di gestione risultano assai più elevate e i rendimenti inferiori all’indice di riferimento. Tuttavia in questa congiuntura andrebbe riservato un discorso a parte alle obbligazioni: in un periodo caratterizzato da incertezza e volatilità, soprattutto a causa della Brexit e delle politiche del presidente americano Trump, ma anche dell’ondata di populismo che regna in Europa), secondo molti analisti conviene passare a una gestione attiva sui bond. Non è un caso se in questa prima parte del 2017 gli investitori istituzionali a livello globale hanno puntato sulla gestione attiva per fronteggiare la volatilità. Hanno infatti tenuto conto non soltanto degli eventi politici ed economici e di un contesto di bassi rendimenti, ma anche di possibili distorsioni di mercato causate da un eccesso di gestioni passive. La maggior parte di questi gestori è disposto a pagare commissioni più alte per una potenziale sovraperformance ed è certo che la gestione attiva fornisce migliori rendimenti ponderati al rischio rispetto a quella passiva.


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