Quando le borse crollano si punta su oro, fondi monetari e titoli del tesoro USA

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Crollo AutoDire che nelle ultime settimane le borse mondiali hanno attraversato una fase di turbolenza è un eufemismo. L’indice della volatilità Vix (noto come “indice della paura”) è tornato ai massimi livelli dalla scorsa estate. Le perdite per i listini azionari sono state ingentissime, con miliardi di euro di capitalizzazione bruciati nel giro di poche ore. La fuga è stata soprattutto dai fondi azionari, da quelli specializzati in obbligazioni ad alto rischio e dai fondi di titoli obbligazionari emessi sui dei mercati emergenti. Ma dove si sono riversati i flussi di denaro? Sono andati a cercare sicurezza e stabilità, in tre direzioni precise: i fondi monetari, quelli specializzati in T-bond (titoli di Stato statunitensi) e municipal bond (obbligazioni USA emesse a livello municipale) e ovviamente nei beni rifugio per eccellenza: oro e argento, sotto forma di fondi specializzati in metalli preziosi. Per l’oro non succedeva da tempo di toccare tali vette, da più di cinque anni a questa parte. L’attuale avversione al rischio premia però anche i fondi obbligazionari, che hanno visto un deciso aumento dei flussi netti in entrata.


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