3 regole per pagare meno tasse con una SRL

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Quando il commercialista ci presenta l’F24 a giugno, ci rendiamo conto che il conto da pagare sia, troppo spesso, estremamente salato e la voglia di trovare una soluzione a questo salasso diventa sempre più una necessità per evitare di pagare troppe tasse ad un’Italia che, in fondo, non ci “coccola” affatto coi suoi servizi pagati a caro prezzo, anzi spesso tende a metterci i bastoni tra le ruote.

La maggior parte dei contribuenti vorrebbe provare a rendere “pan per focaccia” ad uno Stato che considera inadeguato e trovare una soluzione, perfettamente legale, per pagare meno tasse e potersi godere, in santa pace, i soldi guadagnati con i sacrifici e il duro lavoro. L’obiettivo di tutti è quello di ridurre il peso del Fisco restando pienamente nella legalità, perché l’evasione fiscale non porta a nulla di buono e, troppo spesso, diventa un’arma a doppio taglio anche alla luce dei sistemi anti-elusione ed anti-evasione messi a punto, nel corso degli anni, dal Fisco che rendono individuabile qualsiasi comportamento fraudolento atto ad eludere la macchina statale.

Oltretutto, pagare le tasse in modo equo e in proporzione a quanto si è guadagnato non deve essere solamente un fastidioso obolo da dare al Fisco, ma deve diventare un dovere per ogni contribuente onesto ed un diritto ad ottenere dei servizi adeguati. Il grosso problema è che gli F24 sono così salati, non solo perché il Fisco Italiano è vorace e la pressione fiscale una delle più alte a livello europeo ma, anche e soprattutto, perché i contribuenti, non sapendo come districarsi tra una buona gestione delle proprie imprese e le maglie del Fisco, si ritrovano a pagare più imposte di quelle che dovrebbero effettivamente.

Scrivo questo post con l’intento di fornire ai lettori qualche spunto utile per poter finalmente risparmiare qualche euro di imposte ed alleggerire i loro f24.

La pianificazione fiscale

Parlando di attività imprenditoriali, è molto importante, quando si decide di cominciare, partire subito col piede giusto. Avere chiaro in testa il proprio obiettivo imprenditoriale e capire, fin da subito quali possano essere le prospettive e la propria propensione al rischio e agli investimenti, è fondamentale per scegliere la miglior forma giuridica adatta alla propria realtà.

Per far questo è importante avere un consulente fiscale in grado di consigliare l’imprenditore su cosa sia più conveniente fare perchè, cambiare in corso d’opera, passando ad esempio da una società di persone ad una SRL perchè i volumi d’affari sono troppo elevati, per ridurre il rischio di mettere in gioco il proprio patrimonio personale o, anche e solamente per risparmiare sul Fisco, potrebbe costare molto caro in termini di spese notarili e, soprattutto per la relazione di stima giurata di un esperto o di una società di revisione iscritti nel Registro dei Revisori Contabili redatta ai sensi dell’art. 2465.

Per iniziare col piede giusto è fondamentale implementare un’efficace pianificazione fiscale con un business plan dettagliato e una stima su investimenti, volume d’affari, esposizione, rischi imprenditoriali e prospettive di crescita.

Come risparmiare sui contributi previdenziali

Se si decide di aprire una SRL è bene conoscere la regola fondamentale su cui si basano i contributi previdenziali che sintetizzata al massimo è questa:

“il socio che lavora deve pagare i contributi previdenziali in base alle proprie quote di partecipazione agli utili”

Questo significa che ogni socio lavoratore, o amministratore, che partecipa in modo abituale alle attività di impresa sarà costretto a versare i relativi contributi per la previdenza obbligatoria.

Nel caso, invece, in cui vi siano dei soggetti (soci) che portano la loro collaborazione allo svolgimento della mission aziendale solo attraverso l’apposizione di investimenti (socio di capitali), non è richiesto per questi soggetti il versamento di alcun onere previdenziale.

Va da se che in una SRL ci dovrà essere almeno un socio che dovrà dedicarsi al lavoro quotidiano e che sarà pertanto iscritto all’INPS, mentre ci potrebbero essere tutta una serie di altri soci, non lavoratori, che potrebbero partecipare agli utili in misura proporzionale alla quota di capitale sottoscritta, ma non essere sottoposti ad alcun onere previdenziale.

La corretta divisione delle quote potrebbe portare ad un risparmio in termini di contributi previdenziali piuttosto considerevole se si pensa che questi incidono per il 24% sull’utile della SRL anche quando questo non viene distribuito.

Una corretta gestione dei rimborsi spesa

La gestione di una SRL può essere la variabile principale che può consentire all’imprenditore di farsi letteralmente “mangiare” dal Fisco, oppure diventare uno strumento vincente di guadagni pagando solamente il “giusto prezzo” al livello impositivo. 

Una delle questioni maggiormente dibattute quando si parla di SRL è quella dei rimborsi spesa agli amministratori, solitamente soci. Nel paragrafo precedente ho sottolineato come, a livello impositivo, i soci lavoratori, quindi anche gli amministratori alla gestione separata dell’INPS, siano costretti al pagamento dei contributi previdenziali sulla quota di utile dichiarato dalla società e a loro attribuito (anche se non effettivamente distribuito); come se non bastasse, oltre all’IRES, la SRL dovrà scontare una ritenuta del 26% sugli utili. 

Un salasso di proporzioni inenarrabili che può essere evitato sfruttando i rimborsi spesa agli amministratori, considerando che gli stessi possono utilizzare la propria vettura per gli spostamenti, che spesso lavorando fuori dal comune ove è ubicata l’impresa e mettono avanti le proprie risorse per l’impresa. Risorse che possono essere rimborsate dall’impresa con il rimborso chilometrico o il rimborso forfettario, completamente esenti da tasse e imposizioni contributive.

Omar Cecchelani, Pagaremenotasse


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