Cedolare secca 2013: a chi e come si applica

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come calcolarlaEcco una guida semplice e sintetica per rispettare tutte le regole relative all’applicazione della cedolare secca. Il termine, lo ricordiamo, indica l’assoggettamento (facoltativo) dei canoni alla modalità di tassazione forfettaria che dal 2011 è disponibile per chi affitta un immobile a uso abitativo e le relative pertinenze.

La cedolare secca è pari a un’imposta del 21% sul canone dell’abitazione che va a sostituire l’Irpef e delle addizionali (comunale e regionale), l’imposta di registro (2% sul canone pattuito) e l’imposta di bollo (14,62 euro per ogni foglio) dovute sul contratto di locazione. L’imposta sostitutiva scende al 19% se il contratto è a canone concordato su abitazioni ubicate in comuni con carenze di disponibilità abitativa o ad alta tensione abitativa.

Le locazioni agevolate sono esclusivamente quelle a uso abitativo, quindi non riguardano l’affitto di negozi, garage o magazzini. Inoltre il locatore dev’essere una persona fisica e non agire in veste di imprenditore (anche individuale) o di lavoratore autonomo con partita IVA.

L’immobile acquistato dev’essere classificato con categoria catastale da A1 ad A11: sono esclusi dunque gli A10 ovvero gli uffici.

Chi sceglie la cedolare secca deve rinunciare all’aumento Istat sui canoni di locazione comunicandolo all’inquilino per raccomandata. Inoltre, il locatore che opta per questa forma di tassazione è tenuto a comunicare al fisco la sua scelta: può farlo per via telematica mediante l’apposito software Siria oppure presso gli uffici utilizzando l’apposito modello.


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