Conti correnti cointestati: aumentano i controlli

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conto corrente cointestatoL’ultima sentenza della Corte di Cassazione autorizza l’Agenzia delle Entrate ad estendere i controlli anche sui conti correnti cointestati

Anche i conto correnti cointestati saranno soggetto a controlli da parte dell’Agenzia dell’Entrate. Con la sentenza numero 9362 dell’8 maggio, la Corte di Cassazione ha di fatto ampliato i poteri delle Autorità competenti, che potranno quindi verificare la natura e l’origine delle risorse economiche degli italiani. I conti correnti rappresentano infatti la soluzione più comoda per gestire i propri risparmi grazie anche alle molteplici soluzioni offerte dalle banche e dai vari istituti di credito che comprendono anche quelle del mercato online. Infatti, informandosi su WeBank e le sue soluzioni, o su Ing Direct o ancora su Hello Bank e gli altri operatori del web, si potrebbero individuare nuovi modi per gestire le proprie risorse.

Conti correnti cointestati trasparenti

Combattere l’evasione fiscale e creare un sistema di controlli capillare sono le principali motivazioni alla base dell’ultima sentenza della Corte di Cassazione. Con questo provvedimento si ampliano di fatto i poteri dell’Agenzia delle Entrate, che potrà di fatti accedere anche ai conti correnti cointestati, una soluzione spesso adottata dai coniugi. In questo modo viene legittimato non solo l’accesso ai conti correnti, ma si sottopongono entrambi gli intestatari a verifiche finanziarie.

L’Agenzia delle Entrate potrà in questo modo verificare le posizioni di ogni contribuente e controllare che i dati dichiarati siano coerenti ai movimenti registrati sui conti correnti. Con la sentenza numero 9362 dello scorso 8 maggio, viene di fatto chiesto ad ogni contribuente di dimostrare che le somme dichiarate dai conti correnti siano considerate nella determinazione del reddito sottoposto a tassazioni o, nel caso opposto, siano esonerate da eventuali imposte.

Precedenti legislativi

Attraverso questa ultima sentenza si ampliano di fatto gli ambiti nei quali l’Agenzia delle Entrate può manifestare i poteri di controllo. Infatti, il Dpr 600/1973 (articolo 32) non indicava “alcuna limitazione dell’attività d’indagine, volta all’accertamento della evasione fiscale, ai soli conti correnti bancari e postali ed ai libretti al deposito intestati esclusivamente al soggetto contribuente, in quanto (…) una tale limitazione verrebbe illogicamente ad escludere lo scopo della stessa previsione normativa “osserva la suprema Corte. Con questa ultima sentenza si compie quindi un ulteriore passo verso la legalità fiscale.

 

 


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