Contro l’insidia dell’inflazione, da preferire titoli indicizzati

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Parlavamo qualche giorno fa di come l’Europa sia rimasta l’unica potenza economica a non iniettare liquidità nel sistema mediante la sua Banca centrale. Ma la tendenza è in atto a livello globale e prima o poi gli effetti dell’inflazione si faranno sentire anche da noi.

Un investitore accorto dovrebbe mettere le mani avanti per proteggere il suo portafoglio dal rischio inflazione che potrebbe scatenarsi in un futuro non troppo lontano. Farlo adesso non è soltanto opportuno, ma ancora conveniente perché i prodotti attualmente disponibili sono ancora a buon mercato. Stiamo parlando dei bond indicizzati che, oltre al rendimento reale del titolo, pagano una cedola proporzionale all’inflazione: se quest’ultima sale, sale anche il loro rendimento – a condizione l’obbligazione venga conservata fino alla scadenza.

Nel nostro paese esistono Btp inflation-linked di due tipi: indicizzati in base all’inflazione italiana (come il Btp Italia) oppure a quella europea (che di solito è più bassa, questi prodotti si chiamano BTP€i). Esistono anche Buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione, che attualmente rendono il 2% netto più il recupero del tasso di inflazione se conservati per almeno 18 mesi dall’emissione. Se si vuole optare per un fondo di investimento bisogna preferire quelli concentrati sui titoli inflation-linked e lasciare che il gestore scelga quelli che ritiene migliori.


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