Che cosa si intende per ‘mutuo chirografario’?

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Il concetto che sta dietro questa locuzione altisonante è alquanto semplice: mutuo chirografario è un mutuo erogato non a fronte di garanzie reali (pegno e ipoteca) o personali (fideiussione o anticresi), ma basato sul semplice impegno del creditore, dalla sua firma su un documento. L’espressione equivalente in inglese è assai più comprensibile: unsecured credit. Per dirla in altro modo, qualunque mutuo che non sia ipotecario (ovvero, per il quale, non si utilizzi l’immobile come pegno per la restituzione del prestito), è definito un mutuo chirografario. Rientrano nella categoria dei crediti chirografari tutti i prestiti personali.

Si ricorre a un mutuo chirografario quando si ha bisogno di un prestito di modesta entità (in media intorno ai 30.000 euro) e dalla durata relativamente breve (mediamente intorno ai 6 anni, mentre per un mutuo ipotecario si può arrivare a impegnarsi anche per i successivi 40 anni). Con il mutuo chirografario non si fa ricorso a una iscrizione dell’ipoteca, che ha sempre un alto costo in termini di tempi e denaro.

I solito i prestiti chirografari sono soggetti a tassi d’interesse alquanto alti, perciò raramente  sono consigliabili per l’acquisto di beni immobili.

Che cosa avviene se il debitore è inadempiente? Il mutuatario, ovvero l’istituto di credito che ha erogato il mutuo, può avanzare pretese sulla vendita dei beni del debitore (espropriazione forzata). Per esempio, in caso di fallimento di un’azienda, la liquidazione dei beni di quest’ultima porterà alla restituzione del dovuto. E nel caso in cui i creditori sono a loro volta debitori, si può ricorrere alla compensazione.


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