Cosa sono i certificati e le opzioni?

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In questo articolo ripercorreremo i tratti principali, i rischi e i possibili guadagni di due tipologie di strumenti finanziari offerti generalmente dalle banche. 

Si parlerà dunque di certificati e di opzioni, due elementi che non sempre è facile comprendere a pieno e per questo, in caso si scegliesse di inserirli nel proprio portafoglio di investimento, è particolarmente raccomandata la consulenza di un professionista della finanza. 

Ma senza anticipare troppo sull’argomento, diamo il via alla scoperta di questi due strumenti per capire se può essere il caso di inserirli nella propria vita finanziaria di tutti i giorni. 

Certificati: definizione e caratteristiche

Diciamo subito che si tratta di “opportunità” molto spinte dalle banche poiché, nonostante siano prodotti scadenti, permettono un forte guadagno da parte delle banche stesse e al distributore di questo prodotto finanziario.

Chi paga questo margine di profitto? Ovviamente il povero cliente.

Il certificato è un prodotto finanziario strutturato e derivato, ha dunque una struttura complessa che non è semplice far comprendere a chi non fa parte degli addetti ai lavori.

Se volessimo usare parole più semplici, potremmo dire che si tratta di prodotti inefficienti che assicurano un grande guadagno solo da una parte…che come visto sopra, non sei tu!

Delle volte il rischio può essere solo in parte mitigato con dei certificati parzialmente protetti, ma come è facile intuire, il rischio persiste. Non bisogna quindi dimenticarsi di tutti i costi occulti, del rischio emittente e di quello di liquidità, tutti  tipici di questi strumenti. 

Ultimo aspetto da considerare è che si tratta di uno strumento derivato e che quindi dipende dall’andamento di un altro strumento di riferimento, chiamato sottostante, rappresentato generalmente da azioni. 

Ecco che così capirne l’andamento può farsi più complicato, anche perché i sottostanti dei certificati possono essere anche più di uno. 

Certificati: i rischi  

Il certificato viene creato da una banca o da un istituto finanziario, che prende il nome di  emittente e vengono costruiti sulle opzioni.

Gli istituti finanziari quindi scelgono quali opzioni comprare, così da poterle inserire nel certificato.

Ok! Ma quali sono i principali rischi nei certificati? Ecco i principali:

  • il rischio di liquidità: la natura di questi strumenti fa sì che non vengano scambiati sul mercato molto di frequente, quindi non è assicurato che nel momento in cui si volessero vendere per ottenere una pronta liquidità, si incontri subito il lato della domanda. 

In altre parole, in caso di immediata necessità di liquidi, si rischierebbe di restare con il cosiddetto cerino in mano. 

  • Il rischio emittente: in questo caso ci sono due possibilità di perdere una parte o tutto il capitale. Se il sottostante del certificato è in perdita, anche il tuo strumento potrà perdere valore. Ma non dimentichiamoci che l’emittente è un altro e se dovesse fallire, anche i suoi certificati seguiranno la stessa strada.  

Questo duplice rischio è un fattore sicuramente da considerare, si tratta di un aspetto che con azioni e obbligazioni non è presente in quanto in questi  casi esistono maggiori tutele. 

Quante tipologie di certificati esistono?

Esistono due principali categorie di certificati: una creata  per il trading ed un’altra più adatta per gli investimenti.

È possibile poi distinguere altre sottocategorie così suddivise:

  • certificati a capitale parzialmente protetto: garantisce delle cedole periodiche provenienti dai guadagni fatti con l’insieme delle opzioni delle quali il certificati è composto. 
  • Certificati a capitale protetto: in questo caso se il sottostante dovesse scendere sotto la barriera il capitale rimarrebbe intatto. Però ci sarebbe il rischio di non prendere alcuna cedola. 
  • Certificati con maxi cedola: possono essere molto interessanti dal punto di vista fiscale perché le cedole pagate con questi certificati potrebbero essere utilizzate come compensazione di possibili minusvalenze.

Cosa sono le Opzioni

Sottoscrivere un’opzione significa andare a stipulare un contratto di banca attraverso il quale si ottiene il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere un determinato titolo sottostante come descritto in contratto.  Il prezzo e le scadenze verranno tutte confermate nero su bianco. 

Si parla dunque di un contratto di opzione che viene stipulato a fronte del pagamento di un premio che in nessun caso potrà essere recuperato.

Esistono quattro differenti tipi di opzioni. In un primo gruppo possiamo distinguere due tipologie in base alla modalità di esercizio del diritto di opzione:

  • Le opzioni di tipo europeo: che danno il diritto di esercitare l’opzione alla data di scadenza.
  • Le opzioni di tipo americano: che danno il diritto di esercitare l’opzione entro la data di scadenza.

Se invece ci si concentra sulla possibilità di comprare o vendere il sottostante tramite l’opzione avremo:

  • le opzioni call: che danno il diritto di acquistare il sottostante ad un prezzo prestabilito.
  • Le opzioni put: che danno il diritto di vendere il sottostante ad un prezzo prestabilito.

In totale, se consideriamo che le opzioni possono essere di tipo americano o europeo, e se consideriamo che possono essere call o put, abbiamo che esistono 4 combinazioni differenti di opzioni.

Ma vediamo meglio con quale meccanismo si muovono… 

Come funzionano le opzioni

Le opzioni, come anticipato nei primi paragrafi, sono dei contratti di borsa ed accedendo alla borsa è possibile vendere questi contratti oppure comprarli. 

Per ogni azienda ci sono determinati contratti che è possibile scambiare, con determinate scadenze e con dei determinati chiamati strike.

Quindi gli elementi essenziali nel funzionamento di un’opzione sono:

–   un premio: quindi il costo di stipula del contratto;

–   uno strike price: il prezzo già stabilito in contratto per l’acquisto o la vendita del sottostante;

–  la data di scadenza entro la quale bisogna esercitare l’opzione

Così l’opzione diventa un metodo per proteggersi in un mercato a medio o alto rischio, questo perché ci permette di entrare nel mercato solo se la direzione che le quotazioni hanno intrapreso sono per noi favorevoli.

Un altro metodo di utilizzare l’opzione è quello di usarla come assicurazione da un’escursione sfavorevole del mercato. 

Questo è il caso tipico di aziende che si occupano di compravendita di merci e materie prime e che utilizzano l’opzione per proteggersi da una più probabile variazione dei prezzi. 

Sono molte le caratteristiche ed i rischi associati a queste tipologie di strumenti. Per una maggiore conoscenza sul tema è possibile consultare ulteriori approfondimenti su come funzionano certificati e opzioni

Infatti, sono molti i fattori che influenzano i prezzi di questi strumenti e di conseguenza sono possibili tante diverse strategie da adottare. 

Attraverso la reale comprensione di queste dinamiche è possibile decidere in modo consapevole se è il caso di mantenere, eliminare o inserire in portafoglio questi particolari strumenti. 

Considerando la complessità dell’argomento, vogliamo segnalare tutte le ulteriori risorse messe a disposizione dalla Società di consulenza finanziaria indipendente IoInvesto SCF

Tramite la loro grande offerta di risorse gratuite e servizi che accompagnano l’investitore all’interno del mondo degli investimenti a 360°, sarà possibile eliminare ogni dubbio sulla scelta di questi strumenti, ma anche sulla composizione generale del proprio portafoglio. 

Cosa può fare l’investitore?

A prescindere dal tipo di opzione scelta dall’investitore, questo potrà ritrovarsi i 3 situazioni tipiche: 

  • at the money, quindi in pareggio;
  • in the money, che come suggerisce il termine, significa in attivo;
  • out the money, ovvero la situazione peggiore, che è quella della perdita.

In ogni caso, il tempo residuo è particolarmente importante nello stabilire il valore di un’opzione.

Il contratto di opzione potrà effettivamente essere comprato o venduto prima di questa data. 

Vicino la scadenza il contratto avrà un determinato valore, che potrà essere anche molto elevato rispetto al prezzo di acquisto. Quindi il possibile premio in caso di vendita può farsi davvero interessante.  

Le dinamiche dietro questo strumento sono davvero molte. Dunque possiamo dire che, in linea generale, le opzioni non sono adatte ad un classico investitore. Si tratta invece di una tipologia di compravendita più vicina alla figura di un trader professionista. 

In ogni caso, abbiamo visto che non mancano interessanti possibilità di guadagno o di sfruttare i molteplici vantaggi di tali strumenti. 

La raccomandazione qui però è più forte: richiedere una consulenza finanziaria indipendente per ottenere un consulto professionale è quasi d’obbligo se non si è veramente esperti del settore.

Questa è una possibilità in più per valutare nuovi strumenti da inserire in portafoglio o per liberarsi da zavorre che, anche inconsapevolmente, stanno trattenendo giù importanti possibilità di guadagno.


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