Fondi comuni di investimento e panieri: come scegliere nella giungla delle offerte?

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Nel campo degli investimenti finanziari la scelta certo non manca. Come può un risparmiatore trovare una strada nella miriade di nomi astrusi da cui è subissato ed evitare di subire passivamente le pressioni interessate delle reti di vendita? Trovare la proposta più adatta alle proprie necessità non è tanto semplice, poiché implica la presa in considerazione di un gran numero di elementi. Questi sono i principali:

* Tipo di fondo: occorre valutare bene il profilo di rischio: quanto si è disposti a subire delle perdite? Ecco un elenco di investimenti in ordine di rischio crescente:

  • fondi prevalentemente obbligazionari in euro (rischio minimo);
    fondi obbligazionari in divise estere;
    fondi bilanciati e azionari;
    fondi azionari specializzati in Paesi emergenti;
    fondi azionari specializzati in singoli settori economici (rischio massimo perché si riduce la diversificazione del portafoglio).

* Esperienza del gestore scelto: è bene prendere informazioni sulle sue attività pregresse e sui risultati raggiunti in passato dal gestore. Da evitare con cura chi ha lavorato in società che hanno subito dei crac finanziari. La fiducia deve andare ai più bravi, che scelgono bene il timing per acquisto, vendita o spostamento dei prodotti.

* Società di gestione: quelle che fanno capo a banche o compagnie assicurative sono meno costose, più prudenti e adatte ai clienti meno propenso al rischio; quelle private offrono rapporti più personalizzati, gestione dinamica, risultati potenzialmente più notevoli anche nel breve periodo, accompagnati però a maggior tasso rischio.

* Performance : tenere sempre presente che i buoni risultati ottenuti in passato non sono una garanzia per il futuro. Occorre evitare anche di valutare le prestazioni in termini assoluti, meglio confrontarle sempre con il benchmark di riferimento (tutti i fondi sono obbligati a indicarlo nel materiale informativo).

* Costi totali: il costo di sottoscrizione – anche se il più visibile di tutti – non è l’unico onere da calcolare. Chi vende trascura spesso di segnalare a lettere altrettanto cubitali le spese occulte come costo di gestione, di negoziazione, commissioni di uscita e di incentivazione, spese di custodia, tasse ecc. Ma nei fogli illustrativi dei prodotti (sotto la sigla TER) sono obbligatoriamente riportati i dati sul costo complessivo di ogni fondo: bisogna solo andarli a cercare. Inoltre, per avere una percezione reale dei costi di un prodotto non bisogna mai confrontarlo con altri tipi di investimento, ma solo con i costi di prodotti dello stesso settore. Coloro che hanno obiettivi a lungo termine possono anche optare per gestioni con commissioni di uscita elevate: infatti di solito le spese del disinvestimento sono pari a zero se l’investimento ha superato i tre anni di permanenza nella gestione.

Continuate  a seguirci per continuare il discorso della scelta nell’ambito degli ETF.


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