La preferenza per le obbligazioni è prettamente italiana

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Le statistiche parlano chiaro: i risparmiatori italiani non amano il rischio delle azioni di Borsa e scelgono di riempire i loro portafogli di Buoni del Tesoro, ma soprattutto di obbligazioni: queste ultime nel nostro paese costituiscono ben  il 21,4% degli investimenti. Una percentuale assai più alta di quella registrata nelle più importanti nazioni europee (Germania 8,3%; Olanda 3,5%; Spagna 2,6 %; Francia 1,9%; Regno Unito 0,6%) e negli USA (9,5%).

Oltre a questo forte peso riservato ai titoli di debito, le statistiche fanno rilevare anche come ai fondi comuni, alle polizze vita e ai fondi pensione (come dicevamo solo ieri) viene riservato nel nostro paese un deludente 17%, contro il 21,7 % della Spagna e percentuali tra il 40 e il 45 % in Francia, Germania e Stati Uniti e addirittura il 50% degli olandesi.

Più in linea con la media europea invece la quota di risparmio trattenuto in liquidità o sistemato in depositi: il 30% circa, di cui il 15,3% a vista, cioè rimborsabili a richiesta.

La percentuale di risparmio investita in azioni e partecipazioni nel nostro paese è pari al 21,8%, molto più bassa che in Spagna o negli USA, anche se sorprendentemente molto più alta che in Germania.

La crisi economica non ha fatto altro che acuire la tendenza italiana a un risparmio esclusivamente incentrato su strumenti a bassissimo rischio e prevalentemente a breve termine. Occorre tenere presente che la paura di investire in azioni, per quanto comprensibile, può ridurre considerevolmente il potenziale di crescita del nostro paese e quindi creare un circolo vizioso.


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