Nel private banking in continuo aumento i prodotti assicurativi

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Oggi diamo uno sguardo alle ultime tendenze del private banking, ovvero della gestione dei grandi patrimoni privati, che è riassumibile in una parola: protezione. In questo settore di servizi bancari e finanziari la distribuzione dei fondi disponibili (tecnicamente si parla di asset allocation) vede infatti una sempre più alta percentuale di investimenti riservati alla componente assicurativa. In altri termini, i super ricchi sono anch’essi in ansia per il futuro e tentano di tutelarsi con svariate polizze. Cresce soprattutto la richiesta di prodotti del ramo vita e del ramo danni, ma anche quello delle polizze sanitarie. Che tradotto in termini pseudo-psicologici starebbe a indicare i sentimenti prevalenti: timore per la salute, per il tenore di vita che si potrà condurre una volta raggiunta l’età della pensione, per i danni ai propri beni e al patrimonio.

Esistono però anche altri strumenti per proteggere i patrimoni più sostanziosi. La prima è il trust, un istituto che consente di suddividere i componenti del patrimonio destinandoli a determinati beneficiari oppure per scopi ben precisi, ad esempio la gestione della successione. La seconda è il fondo patrimoniale di famiglia, grazie al quale non è possibile agire forzosamente sui beni che ne sono oggetto e sui redditi da essi derivanti – in altri termini gli uni e gli altri non possono essere aggrediti da eventuali creditori. Entrambi gli strumenti giuridici però sono consigliabili soltanto a chi possiede un patrimonio superiore ai 50 milioni di euro.


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