Perché speriamo nel rinnovo dell’ecobonus

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In queste ore sarà in discussione l’emendamento della Finanziaria relativo al mantenimento o all’eventuale abolizione delle detrazioni fiscali del 55% per le spese di ristrutturazione edilizia che implichino riqualificazioni energetiche delle abitazioni. Introdotti nel dicembre del 2006, gli incentivi fiscali – anche noti come ecobonus – scadranno infatti a fine anno, aboliti nella Legge di Stabilità approvata dalla commissione bilancio della Camera.

Il viceministro l’economia, Giuseppe Vegas, ha precisato che il Governo farà una riflessione per valutare il problema e presenterà un emendamento in aula che reintroduca gli incentivi fiscali.

Sarebbe veramente deplorevole se la politica perdesse questa grande opportunità per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il provvedimento in questi anni ha funzionato molto bene: si calcola che a fine 2010 complessivamente saranno state 800.000 gli interventi realizzati in Italia per la riqualificazione energetica. Mai come oggi è stato importante non soltanto ridurre le emissioni di CO2, ma anche attrezzarsi per un futuro nel quale l’energia costerà sempre di più. La sostituzione degli infissi, l’isolamento termico, l’installazione dei pannelli solari e simili muovono un mercato del lavoro innovativo. Che negli ultimi tre anni, da quando è in vigore il provvedimento, ha creato decine di migliaia di posti di lavoro, ha stimolato le aziende ad andare nella direzione dell’innovazione tecnologica, ha fatto emergere molto lavoro nero, perché per godere dello sgravio fiscale bisogna presentare una fattura. Oltre a rischiare di fermare o quanto meno frenare un intero settore, il mancato rinnovo dell’ecobonus sarebbe un segnale molto negativo anche per le famiglie, che non sarebbero più stimolate al cambiamento.


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