Ritorna l’interesse per i corporate bond, anche italiani

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Le obbligazioni societarie costituiscono da sempre una strada intermedia tra il mercato azionario e i titoli di Stato e in questo periodo stanno attraversando un periodo di grande successo dovuto principalmente al fatto che i tassi di rendimento sono sempre leggermente più alti di quelli dei titoli di Stato dei relativi paesi. Quindi i corporate bond dei paesi in situazione intermedia come il nostro, dove i titoli di Stato hanno tassi ancora alti, sono i più ricercati al momento, mentre nei paesi forti come Germania e Olanda i ritorni sono troppo bassi per suscitare l’interesse degli investitori.

Al momento, nel campo dei corporate bond in Italia brillano per il loro andamento le aziende con un fatturato in crescita sul mercato estero: Eni, Enel, Campari, Luxottica, Piaggio. Di recente, le domande per il corporate bond di Eni hanno superato i 12 miliardi di euro, mentre le richieste per i bond Campari sono state superiori di 12 volte all’offerta (in totale, 4,8 miliardi di euro).

Investire in corporate bond è una scelta di solito adatta agli investitori istituzionali e ai medi portafogli di investimento (con quote di almeno 100.000 euro) oppure a chi ha minori disponibilità ma si affida a fondi e altri prodotti di risparmio gestito specificamente dedicati a questo tipo di prodotto finanziario.

Esiste anche la possibilità di scambiare corporate bond sul mercato secondario (il MOT di Piazza Affari), con rischi maggiori e minore scelta (per esempio, l’ultimo collocamento di Campari non è disponibile). Anche qui è d’uopo appoggiarsi a professionisti qualificati e preferire dei fondi di investimento molto diversificati per minimizzare i rischi.


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