Che differenza c’è tra cedole e dividendi?

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Ci perdonino i nostri lettori più preparati se oggi parliamo proprio dell’ABC degli investimenti. Uno degli obiettivi del nostro blog è però proprio quello di aiutare il consumatore a farsi una minima cultura in campo finanziario.

Quale differenza passa tra cedole e dividendi? Sintetizzando al massimo, rischiando di essere imprecisi, potremmo dire che le cedole sono gli interessi lordi derivanti dalle obbligazioni, i dividendi sono quelli derivanti dalle azioni. I dividendi nascono da un utile (quello prodotto da un’azienda che emette un’azione), le cedole nascono da un debito (quello contratto da un soggetto che emette un’obbligazione).

Scendiamo però nei dettagli per fare qualche distinguo:
* Le cedole sono un documento accessorio che dà diritto alla riscossione di una quota di interessi periodici da parte del proprietario di un’obbligazione (che può essere societaria o governativa), ma anche di alcuni tipi di fondi di investimento (i fondi a cedola). La distribuzione delle cedole è certa per contratto: infatti, se le cedole non sono pagate puntualmente dal debitore può scattare la procedura di default (ovvero, di fallimento dell’azienda o dello Stato che non è più in grado di onorare il proprio debito). Esistono cedole a tasso fisso (il cui rendimento è pre-determinato per tutta la durata del prestito) e cedole a tasso variabile (il loro rendimento è agganciato a un parametro di riferimento a cui si aggiunge un premio – detto spread). Esistono anche delle obbligazioni prive di cedola (dette zero coupon), nelle quali il rendimento viene incassato alla scadenza del titolo calcolando la differenza tra prezzo di sottoscrizione e prezzo di rimborso.
* I dividendi sono solitamente una quota dei profitti di esercizio che viene distribuita agli azionisti. Non sempre vengono liquidati agli investitori, per esempio quando non vi sono stati degli utili da distribuire oppure se l’azienda sceglie di capitalizzarli (seguire il link per leggere un nostro precedente post sullo stacco dei dividendi). In pratica, quando si acquistano delle azioni si assume anche il rischio di non ricevere dividendi in futuro (per questo motivo il prezzo delle azioni è molto più volatile di quello delle obbligazioni). Del resto, le azioni hanno altri importanti vantaggi: possono essere vendute rapidamente sul mercato azionario e poi assicurano al titolare il diritto di partecipare alla gestione della società. Le obbligazioni invece attribuiscono al titolare soltanto un credito che va versato in ogni caso alla scadenza prefissata, a prescindere dai risultati dell’esercizio.

Parlando di dividendi, citiamo anche l’importante concetto di dividend yield (“rendimento dei dividendi”), con il quale si intendo il valore percentuale che deriva dal rapporto tra gli utili distribuiti per ogni azione e la quotazione dell’azione stessa. Si tratta di un parametro importante per gli investitori cassettisti, ovvero quelli a cui non interessa la speculazione, ovvero il grosso guadagno a breve termine, ma piuttosto il flusso costante di reddito. In base alle quotazioni degli ultimi anni un dividend yield intorno al 3,5% è considerato ottimo.


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