Firma elettronica grafometrica: è sicura?

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firma grafometrica

La firma elettronica avanzata, anche nota come firma biometrica o firma grafometrica è regolamentata in maniera precisa nel nostro paese fin dal maggio 2013.

In pratica, invece di depositare la firma (in banca o presso la PA) con una penna che scrive su carta, si scrive sullo schermo di un tablet con lo speciale stilo.

I dubbi sulla reale sicurezza della procedura per i non addetti ai lavori è comprensibile e legittimo, perché sorge sempre il dubbio di non potere controllare di persona quanto si va a firmare.

In realtà, il problema non si pone poiché l’utente ha sempre il diritto di avere una copia dei documenti e soprattutto dei contratti sottoscritti con la firma digitale: li può richiedere sia in forma cartacea che elettronica (file pdf o simili).

I vantaggi della firma elettronica avanzata

Firma elettronica avanzata

La firma elettronica avanzata (FEA) acquisisce i parametri biometrici del firmatario insieme ai principali dati di riferimento come posizione, pressione e tempo (si parla infatti di firma grafometrica). Concretamente, il soggetto deve firmare con uno speciale stilo un documento sulla superficie di un tablet, come se si trattasse di carta.

Un’autorità di certificazione entra nel flusso digitale della firma e soddisfa i due requisiti fondamentali: identificabilità dell’autore e immodificabilità del documento informatico.

A differenza della firma digitale tradizionale, che si basa su chiavi crittografiche e crittografia, la firma grafometrica si concentra sulla dinamica dell’atto di scrivere la firma. Questo approccio biometrico è progettato per rilevare possibili falsificazioni, in quanto le caratteristiche uniche dell’atto di scrivere la firma sono difficili da replicare.

Tra gli obiettivi del progetto c’è la totale eliminazione della carta (ovvero la dematerializzazione dei documenti). Una rivoluzione non solo digitale ma anche ecologica, dunque. Possono utilizzare questa tecnologia con grande vantaggio soggetti come banche, enti pubblici e pubblica amministrazione, ma essa ha un futuro promettente anche nella sanità, presso commercialisti e CAF e soprattutto le aziende private in cui il rapporto con il pubblico o la clientela è molto forte e dove è necessario gestire una grande mole di documenti.

Con la firma digitale avanzata si risparmia sia sui costi indiretti (come carta, toner, energia elettrica) che per quelli diretti (spese per personale e gestione). Un altro notevole vantaggio consiste nella possibilità di conservare e reperire documenti con estrema rapidità.

5 commenti su “Firma elettronica grafometrica: è sicura?”
  1. Giuliana ha detto:

    Non sono d’accordo, è una semplice firma su tablet, e come tale deve essere equiparata a file, quindi salvabile.
    Quindi se un dipendente o un funzionario disonesto della banca volesse riprodurla può farlo perché è salvata.

    Altro discorso sarebbe il caso della firma crittografata come quella della camera di commercio, ma guarda caso di questa non si parla…

    In ogni caso non c’è una legge che impone la firma grafometrica, quindi questa imposizione illegale da parte delle banche è inammissibile. Se io voglio firmare su carta, mi deve essere concesso, al limite facendomi pagare tipo 10 centesimi per questo discorso, ma è nel mio diritto.

  2. Giuseppe ha detto:

    Veramente, il mio contratto di firma grafometrica riporta scritto che il cliente ha comunque il diritto di chiedere di firmare, se vuole, col modulo cartaceo, in alternativa alla firma grafometrica, pur se accettata per contratto. E’ vero che alcuni impiegati in agenzie bancarie, oppongono resistenza e, nel mio caso, dicono che ciò non sia possibile, salvo disdire il contratto di firma grafometrica (SALVO ERRORI, contratto dichiarato necessario come disposizione unilaterale da parte della banca, per continuare il rapporto di conto corrente, nelle comunicazioni alla clientela allegate agli estratti conto): mostrata la fotocopia del contratto ove è prevista l’opzione di firma cartacea, l’impiegato, indispettito, ha detto di non essere tenuto a leggere niente, ha accartocciato la fotocopia del contratto e la ha gettata nel cestino.

  3. Giuseppe ha detto:

    Possibile che, se io ritengo sicuro e preferibile prelevare I MIEI SOLDI, CUSTODITI dalla banca come preferisco, debba essere obbligato, DA TUTTE LE BANCHE, e quindi senza possibilità di scelta sul mercato, a farlo come e solo voglia la banca? Oppure costretto a subire lunghe file per prelevare per cassa e, magari, con problemi fatti dagli impiegati se uno voglia farlo con procedura cartacea? Possibile che, se io, CHE NON SONO UN RICICLATORE DI DENARO, voglia prelevare i miei soldi di dimostrata lecita provenienza per cassa, lamentandomi della fila, mi debba sentir dire da un impiegato:”l’Azienda mette a disposizione i mezzi per prelevare” (bancomat ecc.) quindi …

  4. Giuseppe ha detto:

    Peraltro, S. Giuliana, dato che Lei immagino paghi le spese per la tenuta del Suo conto corrente, a parte l’esiguità di quanto eventualmente richiesto per firmare cartaceamente, “per principio”, secondo me, Lei forse non dovrebbe pagare niente di più oltre alle spese bancarie che già paga, per ritirare i SUOI soldi nel modo che preferisce; o sbaglio?
    Anche il discorso della possibilità di disdire gratuitamente il rapporto intrattenuto entro “tot giorni” se la modifica unilaterale del contratto proposta non la gradisce, mi sembra essere un qualcosa di, dal punto di vista pratico, “inutile”, dato che, piano piano, tutte la banche si stanno “attrezzando”, uniformando le stesse modalità su moneta virtuale e firma grafometrica. Di fatto, un aspirante cliente, non avrà più nessuna “concorrenza di mercato”, in questo senso, trovando lo stesso obbligo a prelevare in certi modi presso tutte le varie banche esistenti.
    Anzi, se qualcuno conosce una banca che, ancora, si faccia vanto di, come una volta, avere sportelli con impiegati in carne ed ossa, magari gentilissimi, senza macchinari e uso di altri marchingegni da persone come me incomprensibili, che svolgano, dietro un bancone, operazioni cartacee e, magari, anche “col pallottoliere”, ma mi accontento anche di meno: di essere lasciato libero dall’uso di computers, smartphone, cellulari (nessuna legge obbliga ancora a possederne), e di avere rapporti non digitali coll’impiegato, ME LO FACCIA SAPERE PERCHE’ APRIRO’ IMMEDIATAMENTE UN CONTO PRESSO TALE BANCA, ASSICURANDO ANCHE UN PICCOLO ESERCITO DI ALTRI SCOCCIATISSIMI E INVIPERITI ANZIANI, COME ME DESIDEROSI DI GESTIRE COME MEGLIO CREDONO I LORO RISPARMI!
    E, MAGARI SI EFFETTUI ANCHE, FINALMENTE,LA DISTINZIONE TRA BANCHE E BANCHE D’AFFARI, ELIMINANDO COSI’ L’ISTITUTO DEL BAILIN.
    GRAZIE.I

  5. Giuseppe ha detto:

    Se i ladri non esistessero, io non aprirei mai un conto in banca, visti gli scarsi interessi che ti danno e le limitazioni alla tua libertà di prelievo. Limitazioni forse superiori a quelle previste per legge per i pagamenti in contanti, perché un conto è prelevare in quantità che vuoi e “come” vuoi i tuoi soldi lecitamente guadagnati e solo “custoditi” dalla banca (non c’è, quindi, essendo solo custoditi un “trasferimento”degli stessi), altro conto è spenderli nei limiti di contanti previsti per legge.
    Ci si potrebbe, quindi, chiedere: “se i ladri siano funzionali alle banche?”, dato che, se i ladri non esistessero io, i MIEI soldi, me li terrei comodamente in casa, come previsto e non vietato da nessuna legge se lecitamente guadagnati?


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