Le fondazioni bancarie italiane davanti a una sfida

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Il tema delle fondazioni bancarie è da sempre molto dibattuto ed estremamente rilevante all’interno del sistema economico italiano. Solo tre giorni fa il Financial Times ha pubblicato un articolo fortemente critico sul rapporto tra banche e fondazioni in Italia, definendole come un mero rapporto di scambio tra banche come enti che consegnano dividenti alle fondazioni e fondazioni come finanziatori, che si occupano soltanto della ricapitalizzazione degli istituti.

La visione del pur autorevole quotidiano è però alquanto limitata, soprattutto perché non considera il ruolo che le fondazioni bancarie hanno sempre giocato e dovranno giocare sempre di più nel nostro Paese:

* agire come vere e proprie merchant bank sociali, ossia soggetti che svolgono una funzione di ascolto e di intervento nel territorio, anche con un ruolo di mediazione

* funzione di ‘moltiplicatori del no-profit’, ovvero del ‘terzo settore’ che sempre di più contribuisce al tema occupazionale

* agire come stabilizzatori dell’azionariato delle banche, come avviene in altri Paesi attraverso lo Stato o i fondi sovrani.

Ovviamente le fondazioni dovranno evitare i rischi di giocare partite localistiche, emergendo invece con un ruolo di autorevolezza e di fare da trait-d’union tra il territorio e la prospettiva nazionale e internazionale.

[via TG1 Economia]


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