Polizze PIP e FIP: come valutarle

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PIP significa Piano Individuale Previdenziale. Un tipo di contratto anche noto come FIP, ovvero Forma Individuale di Previdenza. Si tratta di contratti assicurativi previdenziali che si configurano come una via di mezzo tra una normale polizza  e un fondo pensione.

Ne esistono varie tipologie, che offrono garanzie diverse. Grosso modo, possiamo distinguere tra:

* Polizze rivalutabili, per le quali la cui prestazione è connessa all’andamento di un fondo a gestione separata (di solito, un fondo obbligazionario). Il rimborso del capitale versato è garantito, solitamente unito a una rendimento minima annua, anch’essa garantita. Per questi contratti si ha un consolidamento dei rendimenti conseguiti anno per anno, che non rischiano di risentire dell’andamento negli andamenti successivi. Per questo tipo di polizza, i rendimenti sono costanti nel tempo, ma non molto elevati.

* Polizze del tipo Unit Linked, nelle quali gli importi versati vengono investiti in fondi assicurativi interni (units). Non garantiscono un rendimento minimo e il risultato finale è connesso all’andamento dei suddetti fondi interni, che comunque sono abbastanza analoghi a fondi comuni d’investimento. Ovviamente, il sottoscrittore può scegliere tra più linee di gestione, a seconda della sua propensione al rischio.

* Polizze miste: sono contratti uniscono le caratteristiche di una polizza rivalutabile con le opportunità di una Unit Linked: chi le sottoscrive può passare da un fondo a gestione separata a un fondo interno assicurativo.

Come valutare questo tipo di prodotti previdenziali assicurativi?

* Occorre prestare molta attenzione alle garanzie accessorie (come viene coperto il caso morte? Sarebbe meglio se con una maggiorazione del capitale rimborsato! Inoltre, la compagnia completerà il piano di versamenti in caso di invalidità o di perdita di autosufficienza?). Intendiamoci: ognuna di queste garanzie ha un suo costo, da confrontare con il prezzo per contratti con coperture analoghe acquistabili a parte.

* Quali saranno le modalità di erogazione della rendita una volta finito il piano dei versamenti?

* Quali commissioni pagate all’agente e alla compagnia (tecnicamente dette caricamenti) saranno applicate ai singoli versamenti? Le commissioni salgono quando è presente la garanzia accessoria caso morte e sono più alte sui premi versati nei primi anni. Perciò non sorprende il caso di chi, dopo cinque anni dalla sottoscrizione del contratto ottiene una liquidazione del capitale inferiore del 20% a quanto ha versato. In questo caso è infatti molto forte l’effetto negativo  dei caricamenti, che in 5 anni possono anche raggiungere il 20% di quanto versato annualmente, supponendo una percentuale – assai verosimile – del 4% annuo.

* Valutare l’imposizione fiscale: i premi versati possono essere dedotti dal reddito fino al 12% e per un massimo di 5.164,57 euro. Il rendimento annuale del fondo è soggetto a tassazione per l’11%. La rendita erogata alla scadenza è soggetta a imposizione progressiva IRPEF, al netto dei redditi già tassati. La rivalutazione annua della rendita viene tassata al 12,50%.

Le compagnie assicurative sono tenute a fornire un fascicolo informativo che contiene tutte queste informazioni. L’indicatore sintetico che indica i costi che complessivamente gravano sul contratto si chiama Costo Percentuale Medio Annuo e indica di quando si riduce annualmente, per effetto dei costi, il potenziale tasso di rendimento del contratto rispetto a quello di un’analoga operazione che per assurdo non sia gravata da costi. Per esempio, se per un contratto pari ventennale il CPM Annuo del decimo anno è dell’1%, vuol dire che i costi gravanti sul contratto in caso di riscatto al decimo anno riducono il potenziale tasso di rendimento dell’1% per ogni anno di durata del rapporto assicurativo.

1 commento su “Polizze PIP e FIP: come valutarle”
  1. Andrea ha detto:

    Salve
    in quali occasioni posso chiederne il riscatto anticipato? vantaggi / svantaggi?

    cordialità


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