Lo spettro del Credit crunch

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In un articolo apparso su “The Guardian” il 20 marzo si legge che Corona Virus credit crunch could make 2008 look like “child’s play”.

Con il termine credit crunch si definisce, in gergo, la restrizione dell’offerta di credito da parte degli intermediari finanziari.

Quali sono gli indicatori di un potenziale credit crunch?

Basti pensare che con l’aggravarsi della crisi economico-finanziaria indotta dall’epidemia da coronavirus, lo spread tra il Btp e il Bund si è attestato a quota 270, mentre il rendimento del Btp decennale al 2,5%. Il tutto accompagnato da una simultanea discesa dell’oro, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza.

Ecco quindi che, dopo una iniziale esitazione, la Bce è scesa in campo annunciando un programma di acquisto di obbligazioni del valore di 750 miliardi di euro per garantire liquidità ai mercati, una politica in linea con il famoso “whatever it takes” pronunciato per la prima volta da Draghi nel luglio 2012 per scongiurare, mediante una politica monetaria accomodante, la crisi del debito sovrano e salvare l’euro.

Una delle tecniche del Quantitative Easing, ad esempio, consiste nell’acquistare i titoli di Stato in pancia alle banche immettendo liquidità da destinare al finanziamento di famiglie e imprese.

Le banche, quindi, rappresentano l’ultimo anello di questa filiera, le sole, di fatto, in grado di immettere liquidità sul mercato: denaro per i cittadini e le imprese.

Posto che, purtroppo, non è ancora possibile “dare direttamente alle imprese le risorse necessarie per ripartire” come auspicava Draghi nel suo articolo al Financial Times del 25 marzo, si rendono, pertanto, necessari interventi volti a scongiurare impatti negativi sul sistema bancario come un aumento del rendimento del debito pubblico italiano e perdite dovute al mancato pagamento dei prestiti. I titoli bancari, tra l’altro, sono tra i più penalizzati dalla crisi.

Fortunatamente, le Autorità europee sono entrate prontamente in azione rilassando, ad esempio, i requisiti di capitale e sospendendo lo stress test. Inoltre, il Governo italiano ha varato una moratoria sui prestiti e attivato garanzie statali per salvaguardare i bilanci bancari e la conseguente paralisi del credito. Sono anche stati sospesi i dividendi.

Si rende, pertanto, necessario continuare a foraggiare tali interventi nazionali e sovranazionali di sostegno al sistema bancario, nell’attesa di quel “cambio di mentalità” (sempre parole di Draghi dal Financial Time) che deve portare a riconoscere il debito pubblico come unica leva in grado di salvarci dallo shock che stiamo affrontando.

Il Parlamento europeo ha approvato con coraggio un grande piano per la ricostruzione economica, inclusa la mutualizzazione del debito. Nella giornata di domani, invece, si terrà il Consiglio europeo…


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