Che cos’è la monetizzazione del debito pubblico?

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debito pubblico

Una delle espressioni di cui si sente parlare è la monetizzazione del debito pubblico. Che cosa si intende esattamente con queste parole? Si tratta di un procedimento di riduzione del debito pubblico di uno Stato mediante l’acquisto di grandi quantitativi di titoli di Stato da parte di un’importante autorità monetaria. La conseguenza di questo acquisto è l’aumento della moneta in circolazione.

Che cosa significherebbe nel concreto tutto ciò per l’Italia? Il “belpaese” ha a che fare con l’obiettivo impellente di ridurre il debito pubblico del paese, che viaggia attorno al 150% del PIL. Considerando le dinamiche della liquidità mondiale e il fatto che vari paesi stanno perseguendo la monetizzazione del debito sovrano, alcuni economisti hanno esaminato la possibilità di una parziale monetizzazione anche per il nostro debito. Mediante un’operazione chiamata buy-back e un accordo tra BCE e Banca d’Italia e il Tesoro italiano.

Su mercati, infatti, i titoli italiani quotano a 70 centesimi di euro a fronte di un futuro rimborso a 100. Si potrebbe in questa maniera ipotizzare un accordo tra la BCE (con un intervento della Banca d’Italia) in cui la prima finanzi la seconda mediante lo Stability Fund, consentendole di ritirare dal mercato i titoli italiani a un prezzo inferiore ai futuri valori di rimborso. Con il buy-back si determina così il loro annullamento e la loro compensazione.

Impatto sull’economica della monetizzazione del debito pubblico

Questa pratica può essere utilizzata come strumento di politica monetaria, ma solleva questioni di natura economica e finanziaria. Ecco alcune considerazioni importanti:

  1. Impatto sull’inflazione: La monetizzazione del debito pubblico può aumentare l’offerta di moneta in circolazione, il che, se non bilanciato da un aumento corrispondente nella produzione economica, può contribuire all’inflazione. Questo perché l’aumento della quantità di moneta senza un aumento corrispondente della produzione di beni e servizi può innescare un aumento dei prezzi.
  2. Sostenibilità del debito: La monetizzazione del debito può offrire un modo per finanziare il governo senza dover affrontare direttamente le sfide del bilancio e del controllo della spesa. Tuttavia, se utilizzata in modo eccessivo, può portare a una maggiore dipendenza dal finanziamento monetario e indebolire la disciplina fiscale, potenzialmente aumentando il rischio di crisi finanziarie.
  3. Credibilità della banca centrale: La pratica della monetizzazione del debito può sollevare preoccupazioni sulla credibilità e l’indipendenza della banca centrale. Se una banca centrale sembra essere coinvolta politicamente nel finanziamento del governo, potrebbe minare la fiducia degli investitori e degli attori economici nell’integrità e nella stabilità della politica monetaria.
  4. Effetti sul mercato finanziario: Gli acquisti di titoli di debito pubblico da parte della banca centrale possono influenzare i tassi di interesse sul mercato, poiché un aumento dell’offerta di moneta può abbassare i tassi di interesse. Questo può avere effetti su risparmiatori, investitori e istituzioni finanziarie.

La monetizzazione del debito pubblico è stata effettuata da vari paesi nel corso della storia, spesso in periodi di crisi finanziarie o di guerre: ad esempio in Giappone, Zimbabwe (negli anni 2000 durante una fase di iperinflazione), Germania negli anni ’20, Stati Uniti durante le guerre mondiali.

La monetizzazione del debito pubblico è una pratica controversa e va gestita con estrema attenzione.


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