Che cos’è il Longevity Risk? Come bisogna gestirlo?

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longevity risk

Longevity risk è il termine usato anche in italiano per indicare il rischio a cui potrebbe essere esposto un fondo pensionistico oppure un’assicurazione sulla vita in conseguenza dell’allungarsi dell’aspettativa di vita di pensionati e detentori di polizze a cui stiamo assistendo negli ultimi decenni. Dal punto di vista dell’assicurato o del pensionato è il rischio di vivere più a lungo di quanto immaginato. Dal punto di vista delle compagnie assicurative o degli istituti di previdenza è il rischio di non riuscire a far fronte ai livelli di vitalizio pattuiti.

Sicuramente le pensioni pubbliche degli anni a venire saranno meno cospicue di quelle ricevute oggi da chi cessa il lavoro. Per questo motivo è importante entrare nell’ottica di cominciare a mettere da parte dei risparmi con grande anticipo. Una persona che oggi ha quarant’anni può sperare in una pensione pari a circa il 65% dell’ultimo stipendio. La cifra potrebbe aumentare dell’8% se l’interessato ha aderito a un fondo pensione. Purtroppo la previdenza complementare è ancora vista con diffidenza, tant’è vero che meno di un italiano su quattro ha acceso un fondo pensionistico.

Le rendite che i fondi pensione sono tenuti a erogare sono proporzionali all’esborso totale e al numero di soggetti. Poiché la vita media si allunga continuamente, da più parti si è proposto di creare un mercato di longevity bond, ovvero di obbligazioni indicizzate in rapporto alla longevità media. Ma questo tipo di prodotti non sta riscuotendo grande successo tra i gestori di fondi pensione perché implica l’assunzione di un rischio piuttosto alto, a cui dovrebbe corrispondere un’adeguata remunerazione.

Si può anche pensare di proteggersi dal rischio longevità con investimenti fai-da-te: immobili, Bot e Btp, obbligazioni bancarie, azioni italiane o estere, gestioni patrimoniali. I rischi sono ben noti: non tutti sono capaci di gestire investimenti e disinvestimenti al momento opportuno per trarre benefici dalle variazioni del mercato (il cosiddetto market timing). Anche il rischio di controparte è sempre pesante quando si opera in maniera autonoma. E l’inflazione è un’altra triste realtà.

Il futuro è incerto per tutti e questo è particolarmente vero in materia di investimenti: non vi è alcuna certezza che il rendimento immaginato ex ante cioè prima, sia esattamente uguale al rendimento che verrà effettivamente conseguito (ex post). Ma ci sono indicazioni del livello di rischio utili a capire quanto ci possiamo sbagliare nella stima del rendimento futuro. Le normative più recenti esigono che all’interno dei prospetti informativi siano date indicazioni relative all’andamento futuro relativo a un investimento in diversi scenari probabilistici. Bisogna sviluppare la propria education finanziaria in modo da capire sempre meglio le caratteristiche degli strumenti in cui si investe. Pur restando sempre consapevoli che, così facendo, si ottiene solo l’investimento più adatto al proprio profilo, non si è mai comunque sicuri di quello che sarà l’esito.


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